La paròla di quésta settimana è
/o-riz-zón-te/
Orizzónte, sostantivo maschile. Dal dizionario Zanichelli è “linea formata dall’insième dei punti dóve, rispètto all’osservatore, il cièlo e la tèrra sembrano congiungersi.”
Jim Morrison diceva: “Non accontentarti dell’orizzónte, cerca l’infinito”. Ed effettivaménte è pròprio così perché l’etimo di orizzónte chiarisce mólto bène la sua frase.
Orizzónte, vóce dótta dal latino, Horizonte, dal grèco horizontas (orisodass) limite, ovvéro che limita, che confina. Quindi è un cónfine.
E in effètti la linea dell’orizzónte delimita il cièlo e la tèrra dandomi da sèmpre tutt’altro che il sènso di cónfine. Anzi vi dirò che sé per mé la libertà fósse un diségno sarebbe la linea dell’orizzónte tra cièlo e mare….. ed invéce mi ritrovo un etimo che mi dice pròprio il contrario rispètto alla mia percezióne fisica di libertà. Ma del rèsto, cóme faceva dire Shakespeare al giovane Romèo: “In fóndo, che cos’è un nòme? Quélla che noi chiamiamo una ròsa, con qualsiasi altro nòme, profumerèbbe altrettanto dolceménte.”
Pertanto rimango della mia idèa e continuerò a vedere nell’orizzónte tra cièlo e mare il sènso massimo dell’infinita libertà anche se in fóndo al cuore ora saprò che il suo etimo né è pròprio il contrario.
Bène, io per òggi ho finito e vi saluto qui.
Ringrazio sèmpre tutte le persóne che mi scrivono o mi séguono sui sòcial.
Ricòrdo che gli accènti non sono méssi a spropòsito per provocare gli amanti della nostra lingua italiana, ma sono un mio giòco téatrale per avvicinare le persóne ad una corrètta pronuncia e di conseguènza al teatro.
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IN: Laura Pigozzo
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